“I Giorni della Fionda” è il terzo ed ultimo album di Denis Guerini, un cantautore di Cremona che affonda le sue radici nei migliori esempi del cantautorato italiano e negli Chansonniers francesi.
Ha iniziato a 15 anni ad affacciarsi nel mondo della musica, suonando la batteria in uno dei tanti gruppetti rock, ma poi si spinge oltre, tentando la strada dell’etno rock con un gruppo chiamato Krosmos e del grunge con i Karnea. Ma è intorno al 2000 che la sua musica incomincia a maturare, avvicinandosi al jazz con l’ascolto Miles Davis e John Coltrane e facendo sperimentazione con il gruppo BettyBop nel 2003. Nel 2007 realizza “Personaggi da Guardarail”, nel 2009 “L’Ultimo della Classe”e nel 2012 “I Giorni della Fionda”.
Certamente Gaber, De Andrè, Ivano Fossati e Paolo Conte hanno influenzato non poco la sua arte, anche se non perde occasione per sottolineare il suo amore per il jazz attraverso l’uso di fiati che strizzano l’occhio ad una chitarra acustica usata in maniera più classica. Voce profonda e brani ispirati, musiche apparentemente semplici ma finemente arrangiate e i suoi testi criptici formano un’opera a tutto tondo, nata anche dall’esperienza teatrale dello stesso cantante, infatti alcuni dei 10 brani presenti nel disco hanno fatto parte, nel 2011, dello spettacolo “E’ facile smettere di essere ottimisti (se sai come farlo)”. Le sue parole e le sue melodie stimolano profondamente le sinapsi del nostro cervello, facendo tornare a galla ricordi gradevoli di antiche tradizioni, ma anche inconsce paure e oscure superstizioni. Riaffiorano calde atmosfere di una vita fatta di cose semplici, dimensioni lontane nel tempo, ma ancora presenti nella nostra infanzia o in nostre vite passate.
Da questo disco sono stati realizzati due video, la cui regia è di Elisa Tagliati:
“Luisa Sente le Voci”, in cui le immagini sottolineano la presenza di oscure e minacciose entità in un luogo di altri tempi.
“L’Ipocondriaco“,dove con sottile ironia ed in maniera divertente viene rappresentata la nostra paura per la morte.
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Il primo è l’album che prende appunto il suo nome: PAOLO GALIMBERTI, diffuso sul web nel 2006.L’album contiene sette tracce: Un pensiero al tramonto, Dedicata, Sexy Shop, Al di là dei giorni miei, Se andiamo incontro, Un altro mistero e L’ingranaggio.
Il secondo è P.S. – POST SCRIPTUM, uscito nel 2010.L’album contiene otto tracce: Nessun programma, Il silenzio, Nuove possibilità, Viaggio nel tempo fantastico, Andrà meglio, Di ottima fattura, Senza avere un rimedio, Non possiamo farci niente.
Quello di Paolo, e del suo amico fidato e fratello Sergio, è un insieme di lettere dal destinatario apparentemente ignoto ma in realtà sono per chi vuole recepirle e soprattutto apprezzarle. Traccia dopo traccia si ripercorrono storie e racconti fatti di rock e di ballad british il cui perno centrale sono sicuramente i sentimenti, ora più forti e profondi ora più leggeri e gioiosi.Confesso che una volta ascoltato tutto non sono più riuscita a staccarmene e continuavo a canticchiarle praticamente ovunque, questa è senza dubbio l’arma vincente di Paolo, un sound orecchiabile che richiama senza dubbio le sue influenze musicali che vanno dai Beatles ai Rolling Stones passando per Nirvana, RHCP, AC/DC, Guns’n’rosese tantissimi altri. Sia il singolo che entrambi gli album sono a par mio degni di attenzione, adatti sia per gli amanti delle melodie soft che per le anime più rock.Scegliere una traccia è veramente difficile, ma se posso suggerirne una su tutte dico senza dubbio “DEDICATA”, in vista di San Valentino una bellissima e romanticissima ballad sull’amore puro, da dedicare appunto….Nana Arima
"La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità" (Charles Bukowski, Hollywood, Hollywood!)
"Voi, seduti nei comodi uffici abbuffati di tasse e di grasse imposte, diventerete un giorno cibo per i vermi e nessuno s'accorgerà della vostra mancanza. Scarti dell'Universo" cit. I.T.Kostka "Trittico sul cibo" (Quadernetti poetici 2017)
Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare - Carlos R. Zafon